2 settembre
Nonna Nina non ama stare in cucina e anche il suo modo di alimentarsi è essenziale: tutto il contrario di nonna Caterina.
Lola, da bambina, si spiegava così perché la natura in fatto di nonni ci aveva dotati di due soggetti per tipo: "Così se una nonna non cucina per fortuna c'è l'altra", diceva.
"Brava Lola!" confermava nonna Caterina aggiungendo: "Oppure se un nonno è Bertoldo, per fortuna c'é l'altro!"
E giù a ridere... c(:-))
Quando abitavano tutti insieme però, un giorno Nina si chiuse in cucina e ci rimase ore e ore, ma alla sera in tavola arrivavano solo dei broccoli!
Nonno Bertoldo insinuò subito: "Ti sei mangiata tutto il resto da sola!"
Nonna Nina: "Ma no Bertoldo! È tutti qui, assaggia che squisitezza! È una ricetta antichissima che ho trovato in un libro del duca del Buonvicino, Ippolito Cavalcanti, del 1837: "Broccoli alla Camaldolese".
A Lola sembrava quasi una pozione magica, anche perché nonna Nina le aveva decantato tutte le virtù e le proprietà nutrizionali dei broccoli.
Il piatto era squisito e Lola conserva ancora la ricette che le consegnò nonna Nina. Quando le capita di metterla in pratica, di solito nelle giornate uggiose di settembre, pensa con affetto alla sua cara energica NonNina sempre in giro per il mondo con il suo zaino pieno di vita: sarà per merito dei broccoli?
Volete provare la ricetta di nonna Nina?
Eccola la versione originale dell'ottocento, più in giù nella pagina trovate la "versione di Lola", tradotta e ridotta.
Broccoli alla Camaldolese
di Ippolito Cavalcanti
Prendi 60 piante di broccoli, dovendoti servire delle sole cime, che taglierai lasciandoci un poco di stipite, ovvero torzillo; li laverai benissimo, e li farai maggiormente sgocciolare, di poi li situerai strettissimi in una o più di quelle casseruole piatte, facendo che il fiore resti superiormente, e che siano talmente incassate queste cime, che al dir di un camaldolese, sembra uno sfarzo il rivoltare la casseruola sotto sopra, senza pericolo che sortano le cime.
Porrai a bollire in una marmitta una decina di caraffe d'acqua con mezzo rotolo di finissimo oglio, del sale, e del pepe, dovendo bollire per lo meno quattro in cinque ore, e ciò per far medesimare l'oglio con l'acqua per mezzo del bollimento. Intanto terrai pronta dell'altra acqua bollente da poter sostituire a quella che si restringe, come sicuramente dee succedere; avvertendo, che di tutto questo brodo deve bisognartene quattro caraffe e perciò lo farai a questo punto ridurre.
Una mezz'ora, prima che dovrai servire questi broccoli, allora baderai alla loro cottura, che sarà la seguente. Prendi un buon coppino di quel brodo, e lo porrai sopra tutti i broccoli, che porrai sul fuoco, e starai attento a vedere quando sù quel fiorame principiano a sortire delle perle, essendo questo il segno che bollano; ed a misura, che vedi diminuir le perle ci porrai un altro coppino proporzionato (anche bollente già) fatto ciò per tre in quattro volte, destramente ne toglierai uno per conoscere la cottura. (Avverti che non debbono essere passati); e cotti che saranno ne fari sgocciolare quel poco di brodo che li ha cotti, e diligentemente li accomoderai asciutti nel piatto, ponendo in una zuppiera il restante di quel brodo. Ti assicuro, che sarà una graziosa sorpresa per i commensali il vedere nel proprio piattino quattro o cinque cime di quei broccoli, con un cocchiarone di quel brodo (che in tavola così saran serviti), ed ognuno crederà essere i broccoli scaldati, perché cotti in tal modo non perdono il loro verde, e per effetto del bollimento l'oglio si è medesimato con l'acqua, e perciò il brodo è divenuto limbido; ma bisognerà gustarli per conoscerne la squisitezza.
ATTIVITÀ
Cucinare
- Broccoli alla camaldolese
- Leggi la versione della ricetta tradotta e ridotta
- Scarica l'antica ricetta di Ippolito Cavalcanti
Giocare con Lola
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