6 settembre
Quando Lola era bambina, un giorno mamma Ella le raccontò la fiaba di Esopo "La cicala e le formiche", per insegnarle che nella vita bisogna essere previdenti e darsi da fare se si vuole ottenere qualcosa.
Durante l'estate la formica lavorava duramente, mettendosi da parte le provviste per l'inverno. Invece la cicala tutto il giorno non faceva altro che cantare. Arrivò l'inverno e la formica aveva di che nutrirsi, dato che durante l'estate aveva accumulato molto cibo. La cicala cominciò a sentire i morsi della fame, perciò andò dalla formica a chiederle se potesse darle qualcosa da mangiare. La formica le chiese: «Io ho lavorato duramente per accumulare tutto ciò; tu invece, che cosa hai fatto durante l'estate?» «Ho cantato» rispose la cicala. La formica allora esclamò: «E allora adesso balla!» (testo tratto da wikipedia)
A Lola il finale della fiaba non era proprio piaciuto: povera cicala, da sola a morir di freddo e di fame!
Era d'accordo anche suo papà Ugo che le insegno immediatamente, come antidoto, la filastrocca di Rodari:
Chiedo scusa alla favola antica
se non mi piace l’avara formica
io sto dalla parte della cicala
che il più bel canto non vende… regala!
Apriti cielo, in casa scoppiò il finimondo! Tutti furono chiamati a schierarsi.
Le formiche erano sostenute dalla mamma di Lola con il papà Armand e la suocera Caterina: pur riconoscendo il tratto un po' crudele, tutti lodavano l'operosità della comunità di formichine operaie.
Per la cicala tifavano il papà di Lola, nonno Bertoldo (che a prescindere era, bonariamente ma costantemente, sempre contro il più apprezzato nonno Armand) e nonna Nina, che amava lo spirito libero e artistico della cicala.
Litigate a non finire fino a quando nonno Armand non trovò una soluzione! (risolveva sempre tutto lui e a nonno Bertoldo gli si attorcigliavano le budelle dalla rabbia!)
Armand scoprì una nuova versione della fiaba inventata dallo scrittore giapponese Shinichi Hoshi, nato il 6 settembre nel 1926, celebre per i suoi cortissimi racconti di fantascienza ("short short stories").
Nella sua fiaba raccontava che quando la cicala chiese aiuto alle formichine, loro l'accolsero e le diedero da mangiare. La cicala per sdebitarsi insegnò loro a divertirsi, cantando e ballando. Finito l'inverno, non erano finite le scorte, ma si resero conto che potevano ancora andare avanti così per un sacco di anni! E quindi vissero tutti insieme anni allegri e danzanti.
Citò anche Gianni Rodari nella sua poesia "Rivoluzione":
Ho visto una formica,
in un giorno freddo e triste,
donare alla cicala
metà delle sue provviste.
Tutto cambia: le nuvole,
le favole, le persone…
la formica si fa generosa…
è una rivoluzione!
Furono tutti d'accordo e per un bel po' nessuno si azzardò più a raccontare una fiaba antica con morale annessa!
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- Proviamo ad illustrare la fiaba
- Guarda come lo ha fatto l'illustratore Milo Winter
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